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Le prime scoperte e i suoi primi momenti di indipendenza
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Lo svilupparsi del gusto nel bambino

I neonati preferiscono i sapori dolci a quelli salati? I gusti si definiscono già nel pancione della mamma o le papille gustative si educano durante lo svezzamento?

5 mins lettura Feb 26, 2016

Il gusto è innato o acquisito? Questo dibattito appassionante divide gli esperti. Il piccolo viene alla luce con il suo capitale genetico. Adora il sapore dolce (basta guardare il suo sorriso quando assaggia per la prima volta un cucchiaino di mela grattugiata), mentre un liquido amaro provoca in lui delle smorfie. Ma questa tavolozza gustativa "innata" è primitiva e ristretta. Essa si arricchisce di numerose sfumature man mano che si prosegue con lo svezzamento. Il gusto è qualcosa che si apprende nel corso dell'intera vita, ma che affonda le radici già nella vita intrauterina.

Lo sviluppo del gusto incomincia nell'utero materno

L'organo del gusto (in particolare i bottoni gustativi della lingua) si sviluppa molto presto. A partire dal quinto mese di gravidanza il feto incomincia ad educare le sue papille. A seconda di ciò che mangia la mamma, il piccolo scopre le differenze di sapore fra dolce, salato, amaro e acido. Alcuni ricercatori ritengono addirittura che le prime preferenze in fatto di sapori si manifestino già in questa fase. Un fatto comprovato: la dieta della mamma influenza il gusto del liquido amniotico. Altri studi confermano che più quest'ultimo è dolce e più il piccolo ne inghiotte! Di qui la sua spontanea preferenza per il sapore dolce fin dalla nascita. Piccolo golosone!
Ma se è vero che i neonati nascono con un gusto ben definito, è vero anche che tutto può ancora cambiare. Le sue preferenze e le sue avversioni muteranno man mano che scoprirà nuovi cibi. Sia grazie al latte materno (poiché il gusto del latte evolve a seconda di ciò che mangi), sia con lo svezzamento il piccolo entrerà naturalmente in contatto con tutti i gusti e costruirà poco a poco il proprio "io gustativo". Che programmino!

Il mio piccolo onnivoro

Il tuo bambino, esattamente come te, è un onnivoro: abbiamo bisogno di mangiare di tutto per ottenere tutti i nutrienti che ci servono. Questa capacità di ingerire gli alimenti più disparati, e quindi la nostra adattabilità a tutti gli ambienti, è probabilmente una delle ragioni che rendono l'uomo la specie dominante in natura... e questo vale anche per il tuo piccolo! Ma noi "soffriamo" di ciò che alcuni ricercatori hanno chiamato "il paradosso dell'onnivoro". Infatti siamo combattuti fra la scoperta di nuovi alimenti e il ripiego su ciò che ci è familiare.

Il che spiega anche la neofobia alimentare, un periodo molto particolare che il piccolo attraversa intorno ai 2 anni, che lo rende meno avventuruoso e gli fa rifiutare sistematicamente qualsiasi nuovo alimento, per paura dell'ignoto. Si tratta di un periodo transitorio, non sempre facile da affrontare, ma che fa parte dello sviluppo psicologico e quindi dello svezzamento di tutti i bimbi... compreso il tuo! Perciò abbi pazienza...
«Quando abbiamo dato per la prima volta i broccoli a Giulio, ha fatto una smorfia buffissima che ci ha fatti scoppiare a ridere. Mio marito ed io ridiamo ancora quando ci pensiamo! Abbiamo fatto numerosi tentativi prima che riuscisse a mangiarli con il sorriso." Perciò è meglio presentare al tuo piccolo un solo nuovo alimento per volta, inoltre potrebbe essere necessario presentare lo stesso alimento diverse volte prima che venga accettato.

Il piccolo appartiene prima di tutto a una cultura

Il nostro status di onnivori fa sì che siamo i soli a cucinare i nostri alimenti (in particolare a cuocerli per eliminare possibili rischi per la salute), a trasformarli dal loro stato grezzo ad uno stato "civilizzato". Attraverso il risveglio del gusto e l'acquisizione di abitudini il piccolo farà suoi dei valori propri della società in cui vive. A contatto con la sua famiglia imparerà a riconoscere gli alimenti, quindi svilupperà un proprio confine tra gusto e disgusto, mangiabile e immangiabile. E finirà per adorare tal piatto o talaltro eletto ad emblema della sua regione o famiglia. Eh sì! Il piccolo finirà per divorare la pasta con il ragù o la polenta! Il gusto fa parte dell'apprendimento di una cultura.

La tappa chiave per poter allargare la gamma di sapori preferiti dal piccolo corrisponde con lo svezzamento, quando il piccolo scopre nuovi gusti oltre a quelli che ha già incontrato nel pancione della sua mamma o durante l'allattamento. Questa fase importantissima incomincia sin dai 5 o 6 mesi. Allora come educare il palato del tuo bambino? Variando la sua alimentazione mese dopo mese, introducendo di volta in volta gli alimenti consentiti. E la gamma di gusti è vasta, ti divertirai un mondo a proporre al tuo piccolo nuovi sapori e ad osservare tutte le sue smorfiette!
Non dimenticare che più alimenti proponi a tuo figlio prima della fase di neofobia alimentare (che compare solitamente verso i 2 anni), più è probabile che li accetti anche durante e dopo questa fase. Incoraggiante, no?

Il gusto: una tavolozza di sensazioni

In pratica tu gli proporrai progressivamente non solo i quattro sapori base (salato, dolce, amaro, acido), ma potrai anche alternare le sensazioni termiche (caldo/tiepido/freddo), le sensazioni tattili (morbido/croccante, spumoso e altre consistenze più o meno dense) e visive (alimenti di colori e forme diverse, ad esempio). Stimola le papille del tuo piccolo e risvegliane i sensi pian piano. Il tuo piccolo diventerà un bambino che si adatta facilmente, e da golosone si trasformerà in vero buongustaio! Il viaggio alla scoperta dei sapori è appassionante, vedrai!